Il sale marino integrale è composto da cloruro di sodio, cloruro di magnesio, solfato di magnesio, solfato di calcio, acqua, solfiti, carbonato di calcio, altri oligoelementi (minerali in piccolissima dose).
Sia i minerali che i microminerali (= oligoelementi) hanno funzioni fondamentali nel nostro corpo, coadiuvando e favorendo l’attività di vitamine, ormoni, enzimi: agiscono insomma da catalizzatori per molte reazioni biologiche.
Purtroppo il sale più comunemente utilizzato è quello raffinato, chiamato anche “scelto” o “macinato”, a seconda della dimensione dei cristalli. Esso è costituito quasi esclusivamente da cloruro di sodio, proprio quello che dovremmo tenere sotto controllo.
Il sale marino viene raffinato togliendo tutti gli altri minerali per renderlo più bianco, ed aggiungendo carbonato di magnesio per renderlo meno igroscopico (assorbe meno umidità). Si tratta di un alimento artificiale, che non risponde alle necessità del nostro organismo, il quale cerca di coprire il proprio fabbisogno di oligoelementi utilizzando una maggior quantità di sale, ed aumentando quindi l’assunzione di cloruro di sodio.
Conosciamo i possibili danni derivanti dall’eccessivo uso di sale raffinato: affaticamento renale, ipertensione, cardiopatie, obesità, …
Inoltre è bene ricordare che possiamo trovare sul mercato diversi additivi costituiti da sali di sodio: propionato di sodio aggiunto nei formaggi, alginato di sodio nei gelati, glutammato monosodico nei dadi, lattato di sodio nel pane a lunga conservazione, ecc.
Oltre a evitare questi prodotti industriali, quindi, sarà bene scegliere un sale marino integrale, molto più utile al nostro organismo. Abbiamo a disposizione quello dell’Atlantico, maggiormente ricco di minerali per la presenza di frammenti di alghe, e quello del mar Mediterraneo, che ha la prerogativa di essere il nostro. “Nostro” è importante, in quanto una delle 5 regole dell’alimentazione sana è la territorialità: ciò che nasce in una terra – o in un mare – per svariate ragioni è quello adatto ai suoi abitanti.
Infine, parliamo del sale rosa dell’Himalaya: si tratta di un salgemma interessante, perché secondo i suoi estimatori conterrebbe più di 80 elementi chimici, e quindi sarebbe veramente completo, e il suo sapore è, appunto, più “rotondo”, equilibrato. Inoltre sarebbe puro, molto antico, privo delle tossine e sostanze inquinanti che possono contaminare mari e oceani. Infine, la sua colorazione rosa, dovuta principalmente all’ossidazione del ferro in esso contenuto, ce lo rende poeticamente accattivante. Possiede, ovviamente, le altre caratteristiche e benefici del sale integrale, non essendo stato raffinato.
In realtà non viene dalle catene dell’Himalaya, di cui porta solo il nome, ma è estratto dalla miniera di sale di Khewra, che si trova su modeste alture che distano circa 300 km dall’Himalaya e si ergono sulle pianure indo-gangetiche. Alcune analisi di laboratorio fatte in Europa hanno rivelato che le ulteriori sostanze rispetto al cloruro sodico sono in numero ben inferiore alle 80. Fra queste, naturalmente, manca completamente lo iodio.
A noi sta la scelta finale; l’alimento perfetto non esiste: ognuno ha in sé qualcosa di positivo e qualcosa di negativo. Fermo restando che un sale integrale è basilare, sceglieremo quello che ci serve di più in un determinato momento, in base ai gusti ed alle necessità contingenti.