Noi siamo quello che mangiamo: tutto ciò che introduciamo nel nostro apparato digerente va a costruire le nostre molecole, cioè la più piccola parte dei nostri tessuti, che costituiscono un organo; più organi formano un apparato, e l’insieme dei vari apparati dà vita al nostro organismo.
La vita di un organismo è un susseguirsi di reazioni chimiche, assolutamente naturali.
C’è differenza però fra una sostanza chimica naturale, che è data dalla reazione di elementi normalmente presenti in natura, e una sostanza chimica sintetica, elaborata cioè in laboratorio. Dal punto di vista prettamente chimico, si potranno ottenere due sostanze dalle molecole identiche, ma in quella di sintesi manca la vitalità: proviamo a pensare a qualcosa che nasce e cresce al sole, al vento, alla pioggia, agli odori e tutto ciò che è presente in natura; confrontiamolo con qualcosa che si forma in provetta, in un luogo asettico, chiuso e circoscritto quale può essere un laboratorio. Quella di sintesi a volte può salvare una vita, ma non è adatta alla vita di tutti i giorni.
In un alimento di produzione industriale possiamo oggi trovare parecchi additivi derivanti anche da altre attività: pesticidi dall’agricoltura, antibiotici ed estrogeni da allevamento intensivo, residui di scarichi industriali che dalla terra passano alle colture, trattamenti superficiali consentiti sull’alimento (ma che possono passare all’interno dell’alimento stesso).
L’industria alimentare, poi, si avvale spesso di additivi propri dell’attività stessa: coloranti, conservanti, emulsionanti, addensanti, aromatizzanti, esaltatori di sapidità, agenti di rivestimento, che possono anche essere naturali, ma che apportano comunque all’alimento qualcosa di estraneo alla sua entità originale.
Infine, il trasporto di alimenti deperibili da luoghi lontani spesso può aver luogo solo con l’aiuto di sostanze sintetiche o artificiali, che servono a conservarlo.
Tutti questi additivi arrivano nel nostro piatto in quantità consentite dalla legge, ma nessuna legge può prevedere quante volte ne mangeremo in una settimana, in un mese, o in un anno; così, nel nostro corpo le percentuali di additivi consentite si accumulano nel tempo, diventando tossiche.
Oggi molte persone soffrono di allergie e intolleranze di vario tipo. Si può presupporre che un’alimentazione poco corretta abbia dato il suo contributo negativo: pesticidi, conservanti e additivi sintetici, non riconosciuti dall’organismo, provocano lo sviluppo di anticorpi in eccessiva quantità, creando così allergie, o comunque infiammazioni della mucosa intestinale. La mucosa infiammata allenta le maglie del suo tessuto e lascia passare macromolecole, cioè molecole solo parzialmente digerite e scisse, che a loro volta vanno ad infiammare l’intero apparato digerente, e attraverso il sangue passano ad altri organi ed apparati. Si crea allora un circolo vizioso patologico.
Le sostanze di sintesi vengono utilizzate per ottenere un prodotto alimentare che spesso ha un costo inferiore, più abbordabile ed invitante per l’utente finale. Sarà un prodotto più colorato, dalla forma quasi perfetta, disponibile a tutte le stagioni e in tutti i luoghi della terra.
Ma se questo magnifico prodotto non ci porta la vitalità, l’energia della vita, a che cosa ci serve?
Una grossa quantità di cibo povero di energia ci riempirà lo stomaco, ma per una buona rigenerazione cellulare del nostro organismo abbiamo bisogno di qualcosa che sia naturale, come noi. Un alimentazione naturale.