Spesso chi si rivolge ad un riflessologo si sente imbarazzato nel mostrare i propri piedi: se ne vergogna un po’, si scusa per non averli curati abbastanza, cerca una giustificazione alle possibili imperfezioni ……
Chi si è già informato su questo trattamento magari chiede: ma è proprio vero che da un piede si riesce a vedere com’è fatta una persona?
Forse l’imbarazzo nasce dal fatto che una parte dei nostri piedi ci risulta sconosciuta, poiché non riusciamo effettivamente a vedere bene la loro pianta; così come ci è sconosciuta una parte della nostra Anima, che magari temiamo che il riflessologo scopra prima di noi (e chissà cosa potrebbe trovare in quella nostra parte che ancora non abbiamo sotto controllo!)
Proviamo allora a guardare la situazione da un altro punto di vista: proviamo a pensare che siamo noi che scegliamo coscientemente di mostrarci al riflessologo, e che è il terapeuta che invece non ha idea di quale sarà l’argomento su cui dovrà lavorare; egli apre un libro con tanti capitoli, a cui dovrà aggiungere illustrazioni e note a piè di pagina, per lasciare a noi la conclusione finale. Dovrà leggerlo tutto senza giudizio, affinché ciò che c’è scritto muova le sue mani e la sua parola a chiarirci ciò che ancora non avevamo visto, così che possiamo fare le nostre scelte.
Proviamo a pensare che siamo noi che ci concediamo, che la scelta è nostra: per il riflessologo non potrà essere che un grande onore far parte per un attimo della nostra vita, conoscere un altro pezzetto dell’universo, ed avere la possibilità, se noi lo vorremo, di accrescere la bellezza di una parte di esso.