Bianco come la luce, verde come il cuore.
Questo è l’intero nome del mio blog: bianco perché è come la luce che io cerco ogni giorno, e che vorrei aiutarvi a trovare. Qualcuno la chiama energia, altri amore, altri ancora la chiamano Dio. E’ qualcosa (o qualcuno) che è presente in tutto ciò che esiste; che avvolge l’universo in un abbraccio amoroso ed armonioso; qualcosa che ci connette tutti, e fa sì che ognuno di noi sia parte dello stesso Tutto. Di certo è qualcosa che illumina la giusta via, che ci indica la direzione, e che ci farà da guida quando la nostra presente vita sarà conclusa, e potremo passare ad una nuova.
Verde come il cuore: certo che il cuore non è verde! Ma per alcuni lo è il quarto chakra, quello del cuore. I chakra sono dei centri energetici, che noi utilizziamo spesso inconsapevolmente nella nostra vita di tutti i giorni. Il chakra del cuore è quello con cui dovremmo entrare in relazione con gli altri, e col quale possiamo dare agli altri un po’ di noi. Ma, più di tutto, è quello col quale percepiamo l’amore incondizionato: è il chakra dell’accettazione. L’amore incondizionato è quello che possiamo provare verso qualcuno o qualcosa, verso un accadimento, verso l’intero universo o soltanto verso noi stessi, accettando la realtà esattamente per quella che è, senza pensare di cambiarla. Significa amare una cosa, una pianta, una persona (una qualsiasi, magari un passante) esattamente così com’è, con tutti i suoi pregi e difetti; significa amare ed accettare la vita per quella che è, indipendentemente da com’è. E significa prima di tutto amare ed accettare noi stessi: ogni più piccola cellula del nostro essere, ogni difetto che ci fa essere ciò che siamo; e non per presunzione, ma soltanto perché ognuno di noi è un essere unico ed irripetibile, e come tale parte di quel meraviglioso Tutto che è l’universo. E poiché la luce bianca avvolge e penetra tutto ciò che esiste, imparando ad amare noi stessi impareremo anche ad accettare l’universo e tutte le sue manifestazioni: allora conosceremo l’armonia.
(L’immagine è di Martin Brofman, colui che per primo mi ha insegnato l’accettazione)